La danza orientale abbraccia un territorio molto vasto, quale è il mondo arabo, ragion per cui esistono molteplici e variegati tasselli che compongono questo affascinante mosaico.
Comunemente nota come danza del ventre, la Gawazy affonda le sue radici più remote nel periodo mesopotamico. Quella che è giunta a noi oggi è il risultato caleidoscopico del suo passato: da danza rituale, a danza sociale (popolare), danza di corte, senza dimenticare la forte influenza della danza gitana.
Le gawazy (plurale, al singolare gazya) vengono descritte dai primi europei che arrivano in Nord Africa e nel Vicino Oriente come danzatrici gitane, che si esibiscono per strada, vestite in abiti succinti e scandalosi per l’epoca, talvolta addirittura a seno scoperto.
La danza è una vera e propria professione per queste donne, tanto che i loro mariti si comportano quasi da manager e procurano loro ingaggi, ad esempio durante le feste in famiglia.
Mentre le almee o awalim, danzatrici e cantanti “colte”, che si esibivano a corte, potevano danzare solo davanti ad altre donne, le gawazy si esibivano tranquillamente davanti a un pubblico maschile.
I movimenti rotatori e sinuosi richiamano gli antichi culti della fertilità, come quello della “Dea Madre”. Gli uomini erano consapevoli che tutto ciò che muoveva la vita era legato alla riproduzione, alla nascita, al ciclo delle stagioni, alla natura: per questo, molti degli stili di vita di questa danza sono legati strettamente alle femmininità e venivano praticati esclusivamente dalle donne.